venerdì 23 aprile 2010

La grande crisi del 2050.

Mi permetto di copiare un articolo pubblicato in uno dei vari blog che seguo, INFORMARE PER RESISTERE, lo si trova anche su Facebook se qualcuno fosse interessato. L' articolo è stato copiato interamente senza nessuna modifica.

Un articolo che riepiloga chiaro e tondo come stanno le cose, ovvero che il problema non è la crisi economica o quella energetica, ma la prossima carenza di cibo. L'ho trovato sull'australiano Science Alert, non certo un sito di catastrofisti estremi.

Qui ne abbiamo parlato parecchie volte, ma non guasta leggere un riassunto così ben esposto:

- La domanda di cibo raddoppierà nei prossimi quarant'anni.

- E' un problema che non si potrà risolvere come negli anni '60, ovvero con la tecnologia: dobbiamo affrontare nodi più strutturali.

- Carenza di acqua. Solo gli abitanti delle città, nel 2050, useranno un quantitativo d'acqua pari a quello che oggi usiamo per tutta l'agricoltura mondiale.

- Perdita di territorio. Pare che il pianeta stia perdendo terreni agricoli al ritmo dell'1% di estensione annua, a causa del degrado, della desertificazione, dell'inquinamento, dell'espansione delle città. Ne abbiamo già persa il 24% rispetto a vent'anni fa.

- Le città avranno 20, 30 o 40 milioni di abitanti e nessuna capacità di produzione di cibo. Saranno pesantemente a rischio per ogni problema nella distribuzione.

-Abbiamo passato il picco di produzione per molti fertilizzanti indispensabili all'agricoltura intensiva, come il fosforo. Inoltre, continuando ad immetterli nel terreno, stiamo finendo con l'inquinare fiumi, mari e l'intera biosfera.

-Lo spreco è immenso. Si è calcolato che tra il 30 e il 50% di tutta la produzione agricola finisce gettata via, ovvero 2600 su 4600 calorie prodotte.

- Il picco del petrolio colpirà ovviamente anche la meccanizzazione dell'agricoltura, e ovviamente i biocarburanti, in questo contesto, non rappresentano proprio un'opzione.

- Enormi problemi anche per la pesca: si pensa che per il 2040 non ci sarà praticamente più nulla da pescare.

- Le proteine mancanti dal pesce non potranno essere sostituite dalla carne, perché per l'allevamento servirebbero un miliardo di tonnellate in più di grano e mille chilometri cubici di acqua dolce. L'equivalente di altri tre Nordamerica.

- La spesa mondiale per la ricerca in agricoltura è pari a 40 miliardi di dollari. Quella per le armi a 1500 miliardi.

Quest'ultimo punto denota cecità? Mica tanto. Si presume anche che le crisi alimentari che ci aspettano saranno causa di rivolte e guerre civili. Si fa molto prima a usare le armi, allora, che ad impelagarsi in una ricerca scientifica seria, nel cambiamento della dieta mondiale, nella riduzione dello spreco, nel riciclo dei rifiuti eccetera. E le armi rappresentano da sempre anche il più collaudato sistema per ridurre la popolazione.

Due piccioni con una fava, insomma, d'altronde dovremo abituarci a far molto con poco...



Fonte: http://crisis.blogosfere.it/2010/04/la-grande-fame-del-2050.html

sabato 10 aprile 2010

Gramsci e l'istruzione
Seminario al Dipartimento di Fisica

Gramsci e l'istruzione - Seminario al Dipartimento di Fisica

Il Collettivo Redshift presenta:

"Gramsci e l'istruzione"
Seminario a cura di:
Dott. Gianni Fresu, ricercatore di Storia Contemporanea all'Università di Cagliari ed esperto della figura dell'intellettuale sardo
Dott.ssa Stefania Calledda,appassionata lettrice e studiosa del pensiero gramsciano, laureanda specialistica di Scienze Politiche


Mai come in questo periodo il pensiero di Antonio Gramsci rivela la sua incredibile attualità. I suoi scritti, nei quali studiò e analizzò la guida culturale e politica della società, sono considerati fra quelli intellettualmente più originali della tradizione filosofica.


"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza.
Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo.
Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza.
" (A. Gramsci)


Venite numerosi.
Per confermare su fb cliccate qui.

giovedì 1 aprile 2010

La mia modesta idea

Leggendo il post di Niccolò mi è venuto da scrivere tutto questo, che inizialmente doveva essere un semplice commento ma che poi mi è sembrato più un nuovo post, ma che è comunque in qualche modo collegato.
D'accordo su tutto. Io non pretendo certo di trovare la soluzione ai problemi di un Paese che nemmeno si è mai sentito tale in 150 anni di storia, ma di norma i problemi si risolvono in un modo. Si considera la radice del problema stesso e si agisce su essa. Perciò se alla radice di tutto c'è l'ignoranza come hai ben detto, da lì ci si deve muovere. Se la gente fosse informata ed educata all'idea che l'informazione è importante per non esser presi per i fondelli, io credo che molte cose si eviterebbero. Non mi illudo che tutti un giorno saremo persone sveglie, oneste, altruiste e tutto quello che dovrebbe esserci nelle persone che vivono in una comunità, non mi illudo che chi ormai è vecchio cambi totalmente impostazione mentale, dico solo che con un po' di buona psicologia si potrebbe educare in maniera diversa le persone più diverse per raggiungere un comune obbiettivo. Perciò se bisogna inculcare nelle menti l'idea che l'informazione è un diritto sacrosanto, come farlo se non informando? Penso spesso a queste cose, penso molto all'idea di egemonia culturale di Gramsci. E sono sempre più convinta che avesse ragione, e ne abbiamo la prova. Perchè qualcuno l'ha messo in atto. Purtroppo la persona sbagliata. Cos'è quell'unica mente che vive nel nostro Paese? è un insieme di tante persone ma un'unica mente, che è quella di chi li governa. Gramsci direbbe, per quel che ho capito io, che l'ideologia dominante è quella della classe al potere. Ebbene, perchè la gente è così stupida da votare anche contro i propri interessi? Perchè l'operaio che vota l'imprenditore è davvero un gran pirla. Non è un controsenso? Si in termini razionali, ma non c'è razionalità nell'agire della massa. Se ti insegnano a vedere il mondo in un modo, tu ci credi. Anche se quel modo di vedere le cose è controproducente nei tuoi confronti, e ciò non è direttamente visibile. A quel punto passi all'accettazione della tua stessa condizione, perchè ti insegneranno che è giusto che tu, debole, viva in quello stato, e che è giusto che il forte abbia i suoi privilegi. Diventa meccanico, automatico il pensiero (che di razionale ha ben poco). Il forte gioca sempre sul lato emotivo e istintivo della massa. Io non sono un'esperta, ma questo è quello che ho capito dalla mia tesina per la maturità. Ecco perchè c'è la feccia che vedi in giro, perchè gli hanno insegnato a esser tale. Certo il lato istintivo non si potrà mai eliminare, ma che succederebbe se si cercasse di sviluppare di più il lato razionale delle persone? Che succederebbe se l'ideologia dominante fosse quella della razionalità, della verità, della cultura?
Come hai detto tutto passa per il tubo catodico oggi, perchè è il mezzo migliore per lanciare un messaggio a tutti contemporaneamente. Non so se lo abbia capito Berlusconi personalmente, ma chi l'ha pensato è stato un genio, perchè come puoi vedere la maggior parte delle cose che la gente pensa l'ha sentita sulle sue televisioni e sulle non sue/sue televisioni. E allora come arrivare alla gente? Oggi abbiamo Internet porca la miseria, è già qualcosa a nostro vantaggio no? Ok però non può essere l'unico mezzo, soprattutto perchè in Internet l'informazione più che altro te la devi cercare. Servirebbe un modo per fare informazione che raggiunga molte persone e che non possa essere controllato. Forse sembrerà sciocco e ingenuo parlare di volantini e manifesti, ma non vedo alternative migliori. Le manifestazioni sono secondo me fatte spesso nei luoghi sbagliati e nei modi sbagliati, inoltre non tutti vengono a saperlo e se non crei un disagio diretto la gente se ne frega pure di quelle. Sono convinta che le cose si sistemeranno un giorno perchè la storia ha sempre funzionato così: momento tranquillo, qualcuno ne approfitta, crisi, si arriva a toccare il fondo, per istinto di sopravvivenza ci si ribella, rivoluzione e poi cielo sereno, per poi ricominciare tutto da capo. Grazie, ma se non arrivassimo a tanto sarebbe molto meglio, no?
Dico solo che bisognerebbe mettere in testa un po' ogni giorno alle persone che qualcosa non va e che potrebbe invece andare in un altro modo. Fare informazione veritiera, e offrire soluzioni alternative. Farlo con un linguaggio semplice e chiaro che anche i meno istruiti possano capire. Farlo partendo dal basso. Ovviamente queste sono le idee di una diciannovenne forse ingenua, ma le trovo logiche. Complicate da attuare ma logiche. Complicate soprattutto perchè bisogna essere in tanti a partecipare. E bisogna essere in tanti qui, lì, laggiù, e ovunque.
Oggi ho sentito dell'idea di Cota di non distribuire la pillola Ru486 nella sua regione. E mi è venuta voglia di scrivere due righe e stamparle, e di appendere ad un muro quelle parole, di distribuire queste parole all'uscita di una Chiesa. Perchè bisogna parlare a tutti. Però.. mi sento un po' sola sinceramente.