venerdì 31 dicembre 2010

Il capodanno

Illustrazione di Rossana Coro

“Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno.

Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date.

Dicono che la cronologia è l’ossatura della storia; e si può ammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cinque date fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nel cervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sono anch’essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o del Medioevo, o dell’età moderna. E sono diventati cosí invadenti e cosí fossilizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvolta che la vita in Italia sia incominciata nel 752, e che il 1490 0 il 1492 siano come montagne che l’umanità ha valicato di colpo ritrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Cosí la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa la film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante.

Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore. Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca.”

Antonio Gramsci, Gennaio 1916, Avanti!

martedì 9 novembre 2010

Agorà

Cineforum Fisica
giovedì, 11 novembre 2010
proiezione del film:


"Agorà" di Alejandro Amenàbar


ore 17:30 - Aula A

Dipartimento di Fisica - Cittadella Universitaria (Monserrato)



Link utili:

Recensione su IMDb

giovedì 21 ottobre 2010

Videocracy


Cineforum Fisica
mercoledì 27 ottobre 2010
per il genere Documentari sociali
proiezione del film:

"Videocracy" di Erik Gandini

ore 17:30 - Aula A
Dipartimento di Fisica - Cittadella Universitaria (Monserrato)

Link utili:
Recensione su IMDb
Evento su facebook

lunedì 11 ottobre 2010

Migranti: solidarietà ai ribelli del CPA

Il Collettivo Redshift esprime piena solidarietà ai migranti del CPA di Elmas (CA) che si sono ribellati alla loro ingiusta detenzione!

I Centri di Prima Accoglienza rappresentano a nostro avviso delle prigioni per innocenti e chi vi è detenuto ha tutto il nostro appoggio quando ritiene necessario cercare di evaderne o ribellarsi per avere condizioni migliori.

E la nostra solidarietà è ancora maggiore se ci guardiamo allo specchio, perché il Collettivo è composto principalmente da Fisici, soprattutto studenti, che nel futuro, con alta probabilità, saranno costretti a cercare lavoro all'estero perché la nostra nazione di nascita, l'Italia, è (molto) arretrata dal punto di vista culturale rispetto al resto d'Europa.
Quindi, pur senza voler paragonare la nostra situazione a quella dei migranti africani, ne paragoniamo virtualmente il percorso: da una nazione arretrata in cui non si può trovare un lavoro che serva a sopravvivere loro emigrano verso nuovi lidi che promettono (manifestamente) condizioni migliori.

E se noi non verremo incarcerati nell'entrare in un paese straniero per cercare lavoro, questo avviene solo per motivi storici. Perché l'Italia ha fatto parte per secoli di quell'imperialismo che ha reso poveri i paesi da cui i migranti che vengono da noi provengono.

martedì 7 settembre 2010

En attendant Videocracy

Nella società italiana, tra la gente comune, quali sono i valori e le ambizioni?
Questo ragazzo ha le idee molto chiare.

La proiezione di Videocracy e la relativa discussione sono previste per martedì, 12 ottobre 2010, alle ore 17 nell'aula A del Dipartimento di Fisica di Monserrato.
NB: la data e l'ora dell'appuntamento sono passibili di modifiche.

lunedì 10 maggio 2010

La repubblica degli alberi di Natale.

Il nostro Paese è come un albero. Il nostro Paese è come un albero di Natale. Il nostro Paese è come un albero di Natale finto, ricoperto di lucine colorate sotto le quali esiste un mucchio di inanimata plastica a comporre tutta la struttura, tutto il nostro Paese.

Di cosa vive un Paese? Di tante cose, ricerca, economia, politiche sociali.
Di cosa vive un albero? Acqua, luce e aria.
Di cosa vive un albero di plastica? Non ha bisogno di niente, semplicemente non vive.

Il nostro Paese, o albero di plastica se preferite, semplicemente non vive.

Lo si vede dalle politiche sociali completamente inadatte. Lo si vede dal successo politico di partiti come la Lega, Forza Nuova e Casa Pound pilotati da individui che definire ignoranti sarebbe un eufemismo, dotati di un apertura, mentale, pari a quella di un ano di un ragazzo stitico. Perchè non bastavano Cota e Zaia e la loro campagna contro la pillola Ru486, i ripetuti attacchi xenofobi verso immigrati ed extracomunitari come il sapone anti-immigrato ad Arezzo, gli slogan contro l' Unità d' Italia e il Sud, non bastavano le manifestazioni in commemorazione dei caduti della Repubblica di Salò con saluti fascisti e celtiche, le continue accuse da parte del Premier riguardo magistrati politicamente attivi, lo scandalo di Bertolaso e le risatine che hanno umiliato intere famiglie e nonostante questo lo stesso Bertolaso non ha tutt'ora intenzione di dimettersi , non bastava tutto questo. L' ennesimo calcio al nostro paese e alla nostra intelligenza è arrivato dal ministro, ex ministro, Scajola e la sua casa con vista Colosseo con una rete di favori e contatti che arriva fino al Vaticano. Tutto in un clima quotidiano di ignoranza, come sono d'esempio i ragazzi di Forza Nuova di Massa che stamattina hanno contestato un gruppo di donne favorevoli alla pillola abortiva gridando: «Stupratele che tanto abortiscono!».

Lo si vede dai tagli alla ricerca inspiegabili e totalmente inopportuni. Perchè non bastava la 133 dello scorso anno che dava un taglio netto alla vita dell' università pubblica, non bastavano le repressioni a suon di manganello nei confronti di studenti che manifestafano il proprio dissenso, non bastavano i continui attacchi da parte del governo verso tutte le associazioni studentesche, anche quest' anno il governo e il fantomatico DDL Gelmini, come nella canzone di Ruggeri-Morandi-Tozzi "Si può dare di più", ha dato il suo meglio con nuovi tagli al Fondo di Funzionamento Ordinario, una nuova politica atta a privatizzare l' università pubblica ormai allo stremo delle forze, l' ennesima revisione sulle assunzioni, la figura del ricercatore che ormai viene penalizzata sempre maggiormente da diversi anni, andando a dimenticare però che è proprio grazie ai ricercatori se questo straccio di università pubblica continua a stare in piedi.

Lo si vede dall' economia e da come viene gestita. In un Europa che cade a pezzi, con l'euro che scende sotto i 1,30 dollari e una crisi di sistema globale, con rivolte, scontri e manifestazioni in ogni piccolo angolo di Atene, con Spagna e Portogallo pronti per scontrarsi con questa realtà, un piano salva-euro da 720 miliardi che ha solamente dato una boccata d'aria alle borse internazionali ormai al tracollo, il nostro Paese ne sembra quasi immune. Perchè nonostante tutti avvertano questa crisi, il nostro governo dubita ancora sulla sua reale esistenza! Perchè non è vero che la disoccupazione aumenta come dice Confindustria che denuncia 200mila nuovi disoccupati solo al sud, non è vero che i contratti a tempo determinato distruggono qualsiasi aspettativa futura, non è vero che il PIL in questi ultimi 3 anni è sceso del 6,5% come afferma Bankitalia, non è vero che il 2010 è stato definito un anno nero per la cassa integrazione con un impennata di domande del 123,5% rispetto al 2009, non è vero niente! La speranza è la cura contro la crisi, mica le riforme!

Ecco perchè il nostro Paese è un albero di Natale finto. Perchè non ha bisogno di acqua per vivere, cioè non ha bisogno di ricerca e innovazione per tirare avanti e crescere forte, la base di ogni Paese industrializzato. E' composto da finti aghi verdi e rigogliosi, cioè dai nostri politici di bella presenza, delle volte nemmeno quella, e di poca sostanza, capaci di smentire un intero dibattito in tempi record, di negare l'evidenza dei fatti e "capaci di mandare tutto a puttane pur di salvarsi la dignità mondana" (Rino Gaetano - Titititi), è composto da un tronco ormai vecchio e scuro ma che non cede, cioè tutti gli individui-poltrona che non hanno nessuna intenzione di lasciare il proprio posto ad un neo-arrivato condannandoci così ad un' amministrazione sempre più latitante verso i veri problemi e invariata nel corso degli anni.
Il nostro è un Paese finto, che cade a prezzi e che si sgretola ogni giorno di più, bello e forte solo dall' esterno, ma irrimediabilmente morto e plastico dentro. Il nostro è un Paese che potrà essere salvato solo con una totale revisione politica, sociale ed economica.

martedì 4 maggio 2010

Assemblea d'Ateneo contro la morte dell'Università Pubblica



Le riforme dell'Università degli ultimi anni distruggono l'Università Pubblica ed in particolare i piccoli Atenei come
quello di Cagliari.

• Tagli al Fondo di Funzionamento Ordinario
• Blocco delle assunzioni
• Distruzione della figura del Ricercatore
• Criteri penalizzanti di attribuzione dei fondi
• Impostazione aziendale della gestione

L'Università di Cagliari per l'Anno Accademico entrante sarà costretta a chiudere quasi tutte le magistrali e alcune delle triennali.
Cagliari è solo un esempio di quello che succederà nel giro di pochi anni su scala nazionale.

I Ricercatori hanno già iniziato la loro protesta.
Noi studenti non vogliamo subire passivamente.

Stanno uccidendo il nostro futuro!
E' ora di reagire!

Partecipate numerosi.
Per confermare la partecipazione su facebook, cliccate qui.

venerdì 23 aprile 2010

La grande crisi del 2050.

Mi permetto di copiare un articolo pubblicato in uno dei vari blog che seguo, INFORMARE PER RESISTERE, lo si trova anche su Facebook se qualcuno fosse interessato. L' articolo è stato copiato interamente senza nessuna modifica.

Un articolo che riepiloga chiaro e tondo come stanno le cose, ovvero che il problema non è la crisi economica o quella energetica, ma la prossima carenza di cibo. L'ho trovato sull'australiano Science Alert, non certo un sito di catastrofisti estremi.

Qui ne abbiamo parlato parecchie volte, ma non guasta leggere un riassunto così ben esposto:

- La domanda di cibo raddoppierà nei prossimi quarant'anni.

- E' un problema che non si potrà risolvere come negli anni '60, ovvero con la tecnologia: dobbiamo affrontare nodi più strutturali.

- Carenza di acqua. Solo gli abitanti delle città, nel 2050, useranno un quantitativo d'acqua pari a quello che oggi usiamo per tutta l'agricoltura mondiale.

- Perdita di territorio. Pare che il pianeta stia perdendo terreni agricoli al ritmo dell'1% di estensione annua, a causa del degrado, della desertificazione, dell'inquinamento, dell'espansione delle città. Ne abbiamo già persa il 24% rispetto a vent'anni fa.

- Le città avranno 20, 30 o 40 milioni di abitanti e nessuna capacità di produzione di cibo. Saranno pesantemente a rischio per ogni problema nella distribuzione.

-Abbiamo passato il picco di produzione per molti fertilizzanti indispensabili all'agricoltura intensiva, come il fosforo. Inoltre, continuando ad immetterli nel terreno, stiamo finendo con l'inquinare fiumi, mari e l'intera biosfera.

-Lo spreco è immenso. Si è calcolato che tra il 30 e il 50% di tutta la produzione agricola finisce gettata via, ovvero 2600 su 4600 calorie prodotte.

- Il picco del petrolio colpirà ovviamente anche la meccanizzazione dell'agricoltura, e ovviamente i biocarburanti, in questo contesto, non rappresentano proprio un'opzione.

- Enormi problemi anche per la pesca: si pensa che per il 2040 non ci sarà praticamente più nulla da pescare.

- Le proteine mancanti dal pesce non potranno essere sostituite dalla carne, perché per l'allevamento servirebbero un miliardo di tonnellate in più di grano e mille chilometri cubici di acqua dolce. L'equivalente di altri tre Nordamerica.

- La spesa mondiale per la ricerca in agricoltura è pari a 40 miliardi di dollari. Quella per le armi a 1500 miliardi.

Quest'ultimo punto denota cecità? Mica tanto. Si presume anche che le crisi alimentari che ci aspettano saranno causa di rivolte e guerre civili. Si fa molto prima a usare le armi, allora, che ad impelagarsi in una ricerca scientifica seria, nel cambiamento della dieta mondiale, nella riduzione dello spreco, nel riciclo dei rifiuti eccetera. E le armi rappresentano da sempre anche il più collaudato sistema per ridurre la popolazione.

Due piccioni con una fava, insomma, d'altronde dovremo abituarci a far molto con poco...



Fonte: http://crisis.blogosfere.it/2010/04/la-grande-fame-del-2050.html

sabato 10 aprile 2010

Gramsci e l'istruzione
Seminario al Dipartimento di Fisica

Gramsci e l'istruzione - Seminario al Dipartimento di Fisica

Il Collettivo Redshift presenta:

"Gramsci e l'istruzione"
Seminario a cura di:
Dott. Gianni Fresu, ricercatore di Storia Contemporanea all'Università di Cagliari ed esperto della figura dell'intellettuale sardo
Dott.ssa Stefania Calledda,appassionata lettrice e studiosa del pensiero gramsciano, laureanda specialistica di Scienze Politiche


Mai come in questo periodo il pensiero di Antonio Gramsci rivela la sua incredibile attualità. I suoi scritti, nei quali studiò e analizzò la guida culturale e politica della società, sono considerati fra quelli intellettualmente più originali della tradizione filosofica.


"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza.
Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo.
Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza.
" (A. Gramsci)


Venite numerosi.
Per confermare su fb cliccate qui.

giovedì 1 aprile 2010

La mia modesta idea

Leggendo il post di Niccolò mi è venuto da scrivere tutto questo, che inizialmente doveva essere un semplice commento ma che poi mi è sembrato più un nuovo post, ma che è comunque in qualche modo collegato.
D'accordo su tutto. Io non pretendo certo di trovare la soluzione ai problemi di un Paese che nemmeno si è mai sentito tale in 150 anni di storia, ma di norma i problemi si risolvono in un modo. Si considera la radice del problema stesso e si agisce su essa. Perciò se alla radice di tutto c'è l'ignoranza come hai ben detto, da lì ci si deve muovere. Se la gente fosse informata ed educata all'idea che l'informazione è importante per non esser presi per i fondelli, io credo che molte cose si eviterebbero. Non mi illudo che tutti un giorno saremo persone sveglie, oneste, altruiste e tutto quello che dovrebbe esserci nelle persone che vivono in una comunità, non mi illudo che chi ormai è vecchio cambi totalmente impostazione mentale, dico solo che con un po' di buona psicologia si potrebbe educare in maniera diversa le persone più diverse per raggiungere un comune obbiettivo. Perciò se bisogna inculcare nelle menti l'idea che l'informazione è un diritto sacrosanto, come farlo se non informando? Penso spesso a queste cose, penso molto all'idea di egemonia culturale di Gramsci. E sono sempre più convinta che avesse ragione, e ne abbiamo la prova. Perchè qualcuno l'ha messo in atto. Purtroppo la persona sbagliata. Cos'è quell'unica mente che vive nel nostro Paese? è un insieme di tante persone ma un'unica mente, che è quella di chi li governa. Gramsci direbbe, per quel che ho capito io, che l'ideologia dominante è quella della classe al potere. Ebbene, perchè la gente è così stupida da votare anche contro i propri interessi? Perchè l'operaio che vota l'imprenditore è davvero un gran pirla. Non è un controsenso? Si in termini razionali, ma non c'è razionalità nell'agire della massa. Se ti insegnano a vedere il mondo in un modo, tu ci credi. Anche se quel modo di vedere le cose è controproducente nei tuoi confronti, e ciò non è direttamente visibile. A quel punto passi all'accettazione della tua stessa condizione, perchè ti insegneranno che è giusto che tu, debole, viva in quello stato, e che è giusto che il forte abbia i suoi privilegi. Diventa meccanico, automatico il pensiero (che di razionale ha ben poco). Il forte gioca sempre sul lato emotivo e istintivo della massa. Io non sono un'esperta, ma questo è quello che ho capito dalla mia tesina per la maturità. Ecco perchè c'è la feccia che vedi in giro, perchè gli hanno insegnato a esser tale. Certo il lato istintivo non si potrà mai eliminare, ma che succederebbe se si cercasse di sviluppare di più il lato razionale delle persone? Che succederebbe se l'ideologia dominante fosse quella della razionalità, della verità, della cultura?
Come hai detto tutto passa per il tubo catodico oggi, perchè è il mezzo migliore per lanciare un messaggio a tutti contemporaneamente. Non so se lo abbia capito Berlusconi personalmente, ma chi l'ha pensato è stato un genio, perchè come puoi vedere la maggior parte delle cose che la gente pensa l'ha sentita sulle sue televisioni e sulle non sue/sue televisioni. E allora come arrivare alla gente? Oggi abbiamo Internet porca la miseria, è già qualcosa a nostro vantaggio no? Ok però non può essere l'unico mezzo, soprattutto perchè in Internet l'informazione più che altro te la devi cercare. Servirebbe un modo per fare informazione che raggiunga molte persone e che non possa essere controllato. Forse sembrerà sciocco e ingenuo parlare di volantini e manifesti, ma non vedo alternative migliori. Le manifestazioni sono secondo me fatte spesso nei luoghi sbagliati e nei modi sbagliati, inoltre non tutti vengono a saperlo e se non crei un disagio diretto la gente se ne frega pure di quelle. Sono convinta che le cose si sistemeranno un giorno perchè la storia ha sempre funzionato così: momento tranquillo, qualcuno ne approfitta, crisi, si arriva a toccare il fondo, per istinto di sopravvivenza ci si ribella, rivoluzione e poi cielo sereno, per poi ricominciare tutto da capo. Grazie, ma se non arrivassimo a tanto sarebbe molto meglio, no?
Dico solo che bisognerebbe mettere in testa un po' ogni giorno alle persone che qualcosa non va e che potrebbe invece andare in un altro modo. Fare informazione veritiera, e offrire soluzioni alternative. Farlo con un linguaggio semplice e chiaro che anche i meno istruiti possano capire. Farlo partendo dal basso. Ovviamente queste sono le idee di una diciannovenne forse ingenua, ma le trovo logiche. Complicate da attuare ma logiche. Complicate soprattutto perchè bisogna essere in tanti a partecipare. E bisogna essere in tanti qui, lì, laggiù, e ovunque.
Oggi ho sentito dell'idea di Cota di non distribuire la pillola Ru486 nella sua regione. E mi è venuta voglia di scrivere due righe e stamparle, e di appendere ad un muro quelle parole, di distribuire queste parole all'uscita di una Chiesa. Perchè bisogna parlare a tutti. Però.. mi sento un po' sola sinceramente.

lunedì 29 marzo 2010

Cultura, si, da tubo catodico.

Tutto si basa sull' ignoranza. Tutto il nostro governo è basato sull'ignoranza. Se solo la gente aprisse gli occhi e sturasse le orecchie, oh mio caro Paese quanti problemi in meno avresti di cui preoccuparti.
Non ci vuole una spiccata o particolare intelligenza per capire che chi ci governa conta sull' ignoranza generale, lo si vede dalle sue promesse, lo si vede dai suoi programmi politici, e lo si vede sopratutto da come affronta i problemi sociali.
La realtà è che un ragazzo come me, cioè senza una spiccata o particolare intelligenza, una cultura che non va oltre il primo anno di università ma con un minimo di capacità critica, si sente ogni giorno profondamente preso per i fondelli. E mi chiedo, il problema siamo noi? Cioè i ragazzi che si pongono delle domande? No, il problema non siamo noi. Il problema è tutta questa gente che impasta le proprie giornate con delle notizie talmente superficiali da poter essere paragonate ad un servizio di Emilio Fede, e sono le stesse che non vogliono sentir ragioni quando una buon' anima cerca di portare un minimo di informazione dentro le loro menti, pretendendo anche di esser seguite da chi, come me, non si accontenta di un " E' tutto vero! Non hai seguito il tg ?" oppure " Scusa, ma non hai letto Il Giornale stamattina?".
E mi chiedo, perchè tutto questo? Certo è più semplice scegliere un "si" ad un "no", comporta meno spiegazioni, meno sforzo. Ma è questa la strada giusta? Preferire l'ignoranza perchè la cultura comporta troppa fatica? Che tristezza ragazzi, che delusione.
E si finisce così col sentirsi un pesce fuor d'acqua, dentro un mare di gente che se ne frega di tutto ed è fiera di farlo, come se l'ignoranza avesse una propria bellezza. E ci vuole ben poco per rendersi conto quanto è diffusa questa linea di pensiero, il binario morto dell'ignoranza.
Basti vedere il servizio di Raiperunanotte alla manifestazione del Pdl. Tutti fieri ed impettiti, chi con il cappello raffigurante una bella croce celtica e chi al suo fianco con un cartello raffigurante lascritta "SANTORO FASCISTA" (Un bel paradosso non credete?!), chi salutando il corteo nel modo più democratico possibile cioè col saluto romano e chi semplicemente rispondeva alle domande con offese di bassa cultura. Bella gente quella del partito dell'amore.
Prendiamo in considerazione l'ultima proposta del nostro amato premier, 100 milioni di alberi piantati in Italia, oltre al costo esorbitante dovuto alla manutenzione dei primi anni, io mi chiedo, ma dove vogliono piantare tutti questi alberi!?
Pensiamo ai siti di costruzione delle centrali nucleari, di cui una nell' Oristanese, cioè andando a coprire gran parte dell' unica zona coltivabile della nostra regione, e per rimanere in tema ricordiamo il g8 della Maddalena e ad Achille Toro, nomen omen, e a tutta l'inchiesta derivata dagli appalti.
E poi cosa altro c'è da ricordare? Ah si, la Lega che continua a prendere piede in tutta Italia, anche in Sardegna purtroppo, ai suoi programmi politici retrogradi, xenofobi e razzisti. E noi sardi che ospitiamo un partito politico del genere, ma ci rendiamo conto? La stessa gente che definisce "Pecorari", "Sardi di merda", "Terroni", i nostri conterranei che sono andati al nord Italia in cerca di un lavoro onesto e retribuito.
Basti pensare a Lombardi e Di Girolamo, a Dell' Utri e il suo eroe, Vittorio Mangano, pluriomicida e stalliere in casa Berlusconi. Politici legati alla mafia, politici mafiosi.
Al bavaglio mediatico imposto da Berlusconi e accettato da Masi, Minzolini e Innocenzi, al Lodo Alfano, al decreto Salvaliste,a tutte le leggi ad personam, e ai ripetuti attacchi su magistrati.
Alle belle parole del Premier, sempre piene di euforia con quel sorriso che denota falsità più che fiducia, riguardo la crisi mettendo in dubbio la mia esistenza in Sardegna, dato che viene descritta come una regione in piena rinascita.
E arriva la fine, dovuta allo spazio non di certo alla mancanza di argomenti, basti pensare a tutte le intercettazioni e al terrore che infondono nel Pdl, che cerca di camuffare il tutto parlando di rispetto della privacy.
Se solo si smettesse di prendere tutto per scontato perchè visto in un servizio al Tg, poichè è questo il vero problema dell' Italia, la poca voglia di informarsi e di rendersi conto di quello che realmente accade, evitando di dare un giudizio morale ai fatti che si svolgono nella nostra società facendo pagare così a tutta la popolazione, anche quella che non lo merita, una condanna, che è quella di dover subire questi abusi di potere ed esser visti come dei ribelli pur avendo solo voglia di giustizia sociale e non di creare un nuovo '68, anche se a mio dire, una rivoluzione sarebbe necessaria per ripulire il paese da tutta questa feccia.

giovedì 18 marzo 2010

La Fisica in Sardegna verso la morte

Grazie alle (contro)riforme di questo Governo la Fisica rischia di sparire dalla Sardegna.
Questa non è una provocazione.
Per garantire le lauree triennali e specialistiche servono 20 garanti. Allo stato attuale ne sono presenti 16.
La mancanza potrebbe essere sopperita dai ricercatori, ma questi hanno avviato una protesta non garantendo l'attività didattica. Attività che hanno prestato gratuitamente per anni e che non spetta loro.
Il Collettivo Redshift solidarizza con i ricercatori e li invita a continuare la loro lotta!
L'Università italiana distrutta e sbeffeggiata da questo Governo, non può e non deve essere risollevata con le sole forze precarie dei ricercatori.
L'Università dev'essere salvata ma devono essere gli studenti tutti a sollevarsi, dovrebbe essere l'intero corpo docente a ribellarsi.
L'Università non è un "costo". L'Università è cultura. E' il futuro.

Ma più delle parole contano i fatti.
Il Collettivo Redshift propone quindi le seguenti azioni:
1. Blocco immediato e totale di ogni attività didattica: se vi sembra troppo aspettate all'anno prossimo a ribellarvi... quando l'attività didattica non ci sarà proprio!
2. Assemblea generale di studenti, ricercatori e docenti per il coordinamento delle attività per risolvere il problema: le soluzioni ci sono,ma non si trovano da sole.
3. Lettera aperta congiunta di studenti, ricercatori e docenti all'indirizzo del ministero sui principali organi di informazione.

sabato 13 marzo 2010

Bolzaneto, per non dimenticare.

"Entro stasera vi scoperemo tutte.", "Sei un gay o un comunista?", "Troia, devi fare pompini a tutti.", "Ora vi portiamo nei furgoni e vi stupriamo tutte.", ad una ragazza le schiacciano la testa nel cesso, le dicono: "Che bel culo che hai, ti piace il manganello eh?", un ragazzo è costretto a spogliarsi nudo, a sollevare il pene mostrandolo agli agenti seduti alla scrivania, che lo ustionano con un accendino. Una ragazza è stata costretta a rimuovere il suo piercing vaginale con le mestruazioni dinanzi a quattro, cinque persone, sotto le risate e gli scherni generali. Chi con una piede fratturato non riesce a tenere la posizione della " ballerina", in punta di piedi, e per questo viene pestato. Chi riceve colpi sui genitali con dei salami, costretto a schiena in terra e con la gambe in alto e divaricate, riportando un trauma testicolare. E poi tutti insieme costretti a cantare "Viva la polizia penitenziaria!". BOLZANETO.
Una persona di cuore al solo pensiero di queste frasi viene pervasa dai brividi. Una persona di cuore, non riesce a credere a frasi ed azioni come queste. E' impossibile direte voi. Non si può essere così schifosi, siamo umani, persone, dove si trova la forza per fare determinate cose? Bene, che non tutte siamo persone "di cuore", è risaputo. Son passati 9 anni dalle torture di Bolzaneto, e ancora c'è chi, come me, a sentire quelle frasi, rivivere quei momenti -indirettamente, grazie a dio - non riesce a chiudere occhio la notte. BOLZANETO. Ma bisogna ricordare, non bisogna mai scordarsi delle vergogne del passato, per essere più forti, per trovare ogni giorno quella giustizia sociale, che ahimè ai tempi d'oggi, è quasi sparita.
Era nel luglio 2001, era Genova, era il g8. Da subito si viveva un clima di tensione dovuto agli scontri con i black-block, alla distruzione totale della città da parte di questi ultimi, e alle cariche delle forze dell'ordine su quei cortei autorizzati e pacifisti che ben poco avevano a che vedere con l'operato degli anarchici. Non credo ci sia bisogno di ricorrere a delle immagini per ricordare, io almeno , ho tutto stampato in testa. Ma non ci vuole molto per rinfrescare la memoria, su internet ci son numerosi video e foto che ricordano queste violenze. In particolare ricordo una ragazza, con il cranio aperto dalle manganellate, il setto nasale spappolato, che dopo esser stata medicata dai medici che hanno improvvisato un pronto soccorso mobile per evitare di portare i ragazzi in ospedale e quindi, portarli verso una condanna, parla. "Noi dobbiamo decidere se farci curare, e quindi essere fermati e poi essere portati in qualche carcere, o se prendere un embolo per scappare da tutte queste violenze. Voi cosa scegliereste? Io, forse, preferisco un embolo. E voi? ". BOLZANETO.
Non finisce tutto così, come sapete,diversi sono gli arrestati e molti di questi verranno trasportati alla caserma di BOLZANETO. Il Lager. Dal 20 al 22 luglio 2001. In questi giorni son stati torturati poco più di 300 persone -252 arresti e 55 fermi per l'esattezza- , ragazzi, ragazze, persone di una certa età, e anche un minorenne. Ragazzi come noi, ragazzi come tutti. Italiani e stranieri. Gente venuta in Italia, a Genova, con lo scopo di manifestare contro il g8, in modo pacifico, in modo civile, per poi ritrovarsi in un carcere-lager ,in cui l'unica differenza sta nei lavori forzati. BOLZANETO.
E' inutile cercare di spiegare questi comportamenti, è inutile cercare di trovare un senso logico a questi avvenimenti. La realtà, è che in Italia non esiste una legge che condanna la tortura, son 20 anni che si cerca di farla, e sono 20 gli anni di fallimento. La realtà è che questi...Come defirli? Individui? Persone? Forze dell' ordine? Maiali? Sbirri?...credevano di avere come si suol dire, il culo parato, dall'alto. Ma piano piano, prima o poi, pezzo per pezzo, la verità viene a galla e le condanne, arrivano, in ritardo, ma arrivano. La sera del 5 marzo 2010. La corte d'appello del tribunale di Genova moltiplica le condanne di primo grado verso tutti questi...Come chiamarli? Porci? Delinquenti? Schifosi?...Gli imputati nella sentenza di primo grado erano solo 15, ora sono 44. Lo stato risarcirà tutti i no-global torturati per una cifra complessiva di circa 10 milioni di euro. Sette condanne, gli altri in prescrizione. I sette imputati condannati sono: l'assistente capo della Polizia di stato Massimo Luigi Pigozzi (3 anni e 2 mesi), gli agenti di polizia penitenziaria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia (1 anno) e il medico Sonia Sciandra (2 anni e 2 mesi). Pene confermate a 1 anno per gli ispettori della Polizia di Stato Matilde Arecco, Mario Turco e Paolo Ubaldi. Tutt'ora nello scrivere questo ho una nausa che mi sale dentro, ho voglia di gridare, di vomitare il mio odio. Ma l'unica cosa che possiamo fare è confidare nel lavoro della giustizia. BOLZANETO, per non dimenticare.

martedì 23 febbraio 2010

V per Vendetta

Cineforum Fisica
mercoledì 3 marzo 2010
per il genere Contro-Culture/Lotta
proiezione del film:

"V per Vendetta" di James McTeigue

ore 17:30 - Aula A
Dipartimento di Fisica - Cittadella Universitaria (Monserrato)

Link utili:

lunedì 22 febbraio 2010

Ogni giorno una "Giornata della Memoria"

La "giornata della memoria" non dovrebbe essere celebrata solo una volta all'anno.
Tutti i giorni abbiamo qualcuno da ricordare, da imitare, da ringraziare, per aver sacrificato la propria vita per noi e per averci insegnato qualcosa.
Sempre che noi siamo disposti ad imparare.

http://it.wikipedia.org/wiki/Valerio_Verbano

domenica 21 febbraio 2010

Qualcuno era comunista...

Non sempre servono i libri di filosofia politica per spiegare cosa si ha dentro.

"Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari,
qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro dio"

http://www.youtube.com/watch?v=emoFu3iejiQ


Saludos, compañeros.

venerdì 12 febbraio 2010

Underground

Cineforum Fisica
Giovedì prossimo (18/02/2010)
proiezione del film:
"Underground" di Emir Kusturica (Storia / altre culture)
ore 17:00 - Aula A
Dipartimento di Fisica - Cittadella Universitaria (Cagliari).

Link utili:
Recensione su IMDB: http://www.imdb.com/title/tt0114787/
Evento su fb: http://www.facebook.com/#!/event.php?eid=301206698189


venerdì 5 febbraio 2010

L' eredità di Gramsci

In questa giornata di sciopero generale in Sardegna, rifletto su quale possa essere il nostro ruolo politico e quale coscienza ci spinga ad agire. Allora mi viene in mente Gramsci e il suo pensiero estremamente contemporaneo e scavando a fondo ritrovo il mio primo incontro con lui.
Ero alle elementari, avevo 6 o 7 anni e la maestra un giorno decise di leggere la lettera che un uomo in prigionia scrisse a suo figlio...


20 maggio 1929

Caro Delio,

ho saputo che vai a scuola, che sei alto ben l metro e 8 centimetri e che pesi 18 chili. Così penso che tu sei già molto grande e che tra poco tempo mi scriverai delle lettere. In attesa di ciò, puoi già oggi fare scrivere alla mamma, sotto la tua dettatura, delle lettere, come facevi scrivere me, a Roma, i pimpò per la nonna. Così mi dirai se a scuola ti piacciono gli altri bambini e cosa impari e come ti piace giocare. So che costruisci aeroplani e treni e partecipi attivamente all'industrializzazione del paese, ma poi questi aeroplani volano davvero e questi treni corrono? Se ci fossi io, almeno metterei la sigaretta nella ciminiera, in modo che si vedesse un po' di fumo! Poi mi devi scrivere qualche cosa di Giuliano. Che te ne pare? Ti aiuta nei tuoi lavori? È anch'egli un costruttore, oppure è ancora troppo piccolo, per meritarsi questa qualifica? Insomma io voglio sapere un mucchio di cose e poiché tu sei così grande, e, mi hanno detto, anche un po' chiacchierino, così sono sicuro che mi scriverai, con la mano della mamma, per adesso, una lettera lunga lunga, con tutte queste notizie e altre ancora. E io ti darò notizie di una rosa che ho piantato e di una lucertola* che voglio educare. Bacia Giuliano per conto mio e anche la mamma e tutti quanti di casa e la mamma bacerà te a sua volta per conto mio.

Toi Papa

* Ho pensato che forse tu non conosci le lucertole: si tratta di una specie di coccodrilli che rimangono sempre piccini


....ricordo sempre con commozione quell'incontro. Indirettamente lo lego a ciò che mi ha guidato ogni volta che ho manifestato, ogni volta che ho autogestito, ogni volta che prendo parola nel consiglio di classe, ogni volta che ci riuniamo a parlare e ogni volta che cerchiamo il cambiamento.

giovedì 28 gennaio 2010

Primo post

Salve a tutti,
questo è un primo post di prova,
per iniziare a usare questo blog! saludos!

#F